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DISABILITY PRIDE BOLOGNA 2023

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I NOSTRI CORPI NON VOGLIONO PIÙ STARE IN SILENZIO

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Homesistemabile2022-05-16T07:02:15+00:00

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I nostri corpi non vogliono più stare in silenzio

Nel pieno di una brillante carriera di professore di antropologia alla Columbia University e ricercatore sul campo, Robert Murphy comincia ad avvertire i primi sintomi di una malattia –

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⁣Hai mai visto Bologna con le lenti dell'accessi

⁣Hai mai visto Bologna con le lenti dell'accessibilità? ⠀
Il 4 dicembre all'Altro Spazio ti mostreremo i risultati del nostro lavoro di questi mesi. I dati raccolti verranno accompagnati da un buon spritz e bella musica! 🎶🎉⠀
📌 @AltroSpazio⠀
🕒 4 dicembre alle 17.00⠀
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⁣#ProgettoMappatura #AltroSpazio #sistemabile⠀
#uldimbologna #fromtheothers #bologna #evento #dicembre #accessibilità⠀

Siete invitatə all'Altro Spazio all'evento *“Ri

Siete invitatə all'Altro Spazio all'evento *“RisiBo! Conquistiamo l'accessibilità"* il 4 dicembre 2022 alle 17.00.⠀
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Per concludere il weekend del *Disability Day*, che sarà il 3 dicembre, in questo evento verrà illustrato il Progetto Mappatura, iniziativa che, con l'aiuto di volontari, va a valutare l'accessibilità dei vari locali del centro di Bologna, informando al contempo gli esercenti sugli adeguamenti da realizzare in base al nuovo regolamento edilizio. ⠀
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La presentazione del progetto sarà seguita dal primo *speed-date* inclusivo dedicato all'accessibilità, seguito da *aperitivo e Dj set*🍻🥂

#disabilità #disability #accessibility #accessibilità

⁣Disabilità e Aborto, di @praticamenteinnocua (

⁣Disabilità e Aborto, di @praticamenteinnocua (link in bio)⠀
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ID: “La maternità o la scelta di non diventare madri, così come la sessualità in generale, sono campi minati per tutte le donne ma lo sono ancora di più per quelle donne i cui corpi – ipermedicalizzati da un lato, derisi e incompresi dall’altro – sono nella maggior parte dei casi difficili da gestire in autonomia.”⠀
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#disabilityawareness #disabilità #disabilities #DisabilityActivism #intersectionalfeminism #abortion #prochoice

⁣Jack98x6: “Andrò all’inferno” ⠀ Sella2

⁣Jack98x6: “Andrò all’inferno” ⠀
Sella2006: “se ridi sei una brutta persona… sono una brutta persona”⠀
Chiariluna: “Vado all’inferno” ⠀
Fabrifiga: “sto facendo colazione con lucifero” ⠀
“Se ridi vai all’inferno”⠀
“Vado all’inferno” ⠀
“Vado all’inferno”⠀
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Il video mostra Marilena (nome fittizio) con deformità fisica evidente, che dimostra come fa a guidare con una disabilità. Un altro video è Gianni (nome fittizio), ragazzo disabile, anche lui con deformità, un comico. Parla in modo ironico di un’episodio avvenuto in un centro commerciale. ⠀
In un terzo video appare Samuele (nome fittizio), ha un disturbo del linguaggio, racconta scherzando l’università. ⠀
Ma non sono loro, a scatenare questo fenomeno, è la consapevolezza che non esistono conseguenze nel lasciare commenti maliziosi, al confine con l’offensivo, a chiunque non rispecchi l’immagine accettabile dell’essere umano. ⠀
La cattiveria diventa una nuova forma di comicità, accettata, spronata e soprattutto, impunita. ⠀
Coloro che ridono e coloro che vengono derisi rimangono gli stessi delle dinamiche della discriminazione. L’abile deride il disabile, la persona cis quella trans, e così via. ⠀
Per un paio di like, con l’illusione di non metterci la faccia e il coraggio di un (solo apparente) anonimato, migliaia di persone si rivelano bulli, troppo pigri per inventarsi una battuta nuova e troppo ignoranti per comprenderlo.

#disability #disabilità #disabilityawareness #disabilityrights #disabilityinclusion #cyberbullying #tiktok #disabilityadvocate

Nonostante siamo solo all’alba di queste nuove t

Nonostante siamo solo all’alba di queste nuove tristi elezioni, ci rifiutiamo di fermarci e piangerci addosso. Continua ad essere chiaro, oggi come ieri, che è necessario educare e condividere il sapere con gli altri.
Vi abbiamo parlato di mappature e università, ma oggi @paola.dege ci condivide l’accesso ai libri, ovvero, l’accesso alla cultura. Anche qui, il discorso “cade” sull’accessibilità, uno dei punti fondamentali della nostra lotta.
Il nuovo articolo, una guida espansiva sui mezzi accessibili di lettura, lo trovate sul nostro sito web, come al solito, link in bio.

#Accessibilità #accessibility #accessibilityForAll #accessibilityawareness #disabilità #disabled #disabilityawareness #disabilityrights #disabilitypride #disabilityinclusion #disabilityadvocate #disabilityjustice

⁣Quante volte è capitato di leggere articoli di

⁣Quante volte è capitato di leggere articoli di giornale su qualche persona disabile che si è laureata? La narrazione spesso è che questi risultati “eccezionali” sono stati raggiunti NONOSTANTE la disabilità. ⠀
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Se solo ci si soffermasse un secondo a pensare sarebbe evidente che la disabilità non preclude dall’essere degli student* universitari. Il diritto allo studio ormai è stato recepito da molti paesi e spesso anche preso per scontato: chi nel 2022 non può frequentare la facoltà che più gli piace quando e dove vuole? Ci piacerebbe che la risposta fosse nessuno, ma spesso anche se sembra essere un diritto garantito per tuttə le condizioni non sono le stesse. In questi giorni abbiamo raccolto diverse testimonianze di student* disabili e quello che ne è venuto fuori è che i veri ostacoli sono posti dall’università stessa: poca flessibilità alle esigenze diversificate, inaccessibilità alle aule e al materiale didattico, poca disponibilità degli uffici per studenti disabili, e tanto altro. ⠀
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La nostra presenza sotto molti aspetti continua a non essere prevista e le nostre esigenze vengono ancora considerate come “speciali”, delle problematiche da risolvere; problematiche che la maggior parte delle volte devono essere risolte dagli student* stess*. ⠀
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Abbiamo raffigurato una porticina per ogni ostacolo che l’università ci ha posto, una porticina che non ci permette di continuare il nostro percorso di studio concentrando le nostre energie sullo studio e tutte le cose su qui qualsiasi student vorrebbe concentrarsi.⠀
E queste porte per te cosa rappresentano? ⠀
Commenta sotto la tua esperienza, o scrivici in dm! ⠀
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#DisabilityAdvocate #DisabledRights #Università #disabilità #disabilityactivism #disabilies #DisabilityStudies #DisabilityInclusion

Siamo tornatə con al rubrica DISART per inaugurar

Siamo tornatə con al rubrica DISART per inaugurare l’inizio del nuovo anno (accademicamente parlando 😉)!
Jenny (@jennyna._) ha scritto per noi l’analisi dell’opera The Beggars di Pieter Bruegel the Elder, lo trovate nel link in bio!

#disabilità #arte #disart #DisabilityActivism #DisabilityArt #DisabilityAwareness #DisabledAdvocate #DisabilityStudies

Reduce dalla sessione torno ad occupare questa pag

Reduce dalla sessione torno ad occupare questa pagina il venerdì pomeriggio. Questa vuole essere un pillola leggera, estiva ma molto riflessiva.
C’è stato un avvenimento, alcune settimane fa, che mi ha colpito. Parlava della vergogna associata ad una persona con disabilità. Sofia Righetti ne ha parlato (se non avete letto il post andate a leggerlo). Ecco non voglio concentrarmi sul caso specifico, a mio parere degrado umano di livelli altissimi, ma della domanda che è stata posta nel famoso questionario.
“Da zero a quattro quanto ti vergogni del tuo familiare disabile?”
Fatico ancora a credere che sia veramente stata posta questa domanda. In quale paese civilizzato si pone una domanda del genere? Perché provare vergogna? Subito dopo essermi poste queste domande, mi ricordo della società in cui viviamo.
È vero, vergogna se ne prova. Tuttavia mi sorgono delle domande: proviamo vergogna per la persona con disabilità o per cosa possa pensare la gente di noi? Proviamo vergogna perché non ci sappiamo relazionare o perché proprio c’è di mezzo la disabilità?
Vi ho detto che è una pillola riflessiva. Tutte queste domande per dire che il problema risiede in ognuno di noi. Sono le nostre convinzioni ristrette, il pensare che, la persona con disabilità, non è alla nostra altezza. Ha tutto a che fare con noi che vogliamo essere accettati. Pensare che per il solo fatto di essere visti/e/ə con una determinata categoria ci degradi nel contesto sociale, ci porta a discriminare.
Quante ne ho viste nella mia vita, quante ne vedo e quante ne vedrò. Posso dirvi una cosa però? Quante belle persone e menti brillanti state lasciando andare. Per finire vi pongo la domanda giusta: Perché vi vergognate della persona con disabilità?

#disability #disabilità #disabilityadvocate #disabilityawareness

⁣Sabato 25, io (@liltinynora) e @ariam_tesfazghi

⁣Sabato 25, io (@liltinynora) e @ariam_tesfazghi abbiamo partecipato al pride di Bologna.⠀
La possibilità di protestare accanto a persone libere di essere, di identificarsi e vestirsi ci ha regalato davvero molta forza. Come lesbica crip spero che ciò che abbiamo potuto vivere noi sabato diventi possibile per tutte le persone queer in italia; e che la lotta LGBTQ+ apra le porte all’accessibilità e all’inclusione. ⠀
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È stato inoltre un enorme piacere conoscere @vale_tafuni e @nata.aria, speriamo di rivederci presto! ⠀
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#disability #pridemarch #pride #bolognapride #bolognapride2022 #gaypride #crippride #queer #lgbtq #disabilityadvocate

⁣Rosa May Billinghurst è una figura poco nota m

⁣Rosa May Billinghurst è una figura poco nota ma fondamentale nella storia del femminismo. ⠀
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Portò avanti la sua lotta per il diritto delle donne al voto dalla carrozzina che l’accompagnò fin da bambina a seguito di una grave forma di poliomielite. ⠀
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Il suo attivismo deciso e destabilizzante ha cambiato la storia e ha guidato l'Inghilterra dei primi anni del Novecento verso la prima pietra miliare nella storia del diritto delle donne al voto!⠀
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Articolo di @_howtheturntables__
Link in bio!
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#DisabilityAwareness #disabilità #DisabledRights #disabilityactivism ⠀
#DisabilityAdvocate #WomenAdvocate #Feminism #WomenRights

⁣Il nuovo articolo di rubrica #distory ci raccon

⁣Il nuovo articolo di rubrica #distory ci racconta la vita dell’attivista Johnnie Lacy, scritto da @paola.dege!⠀
Link in bio! ⠀
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#disability #disabilityrights #disabilityinclusion #disabilityhistory #disabilità #disabilityactivismdisabilityadvocate

⁣“Scusa la domanda ma lì sotto, tutto bene?”. Se questa domande l’avete fatta o pensata, vi devo dare una brutta notizia, siete abiliste/i/ə. Niente paura però, siamo qui per imparare.⠀
Discriminare non è solo togliere un diritto oppure trattare diversamente una persona, ma anche fare domande che non faremmo mai a qualcun altro o rimuginare su curiosità morbose sulla sua vita privata possono, a loro volta, essere esempi di discriminazione. Una delle sfere che incuriosisce riguardo la persona con disabilità, è quella amorosa/sessuale. Il credo che questa sia asessuale, cioè non provi/manchi di attrazione verso qualunque genere, è molto diffuso; ad un tavolo con maggioranza di persone abili, la persona con disabilità non si sente quasi mai chiedere: “è il/la/ə fidanzato/a/ə?” oppure “a quando un figlio/a/ə?”. Questo avviene perché si tende a considerarla/o/ə una eterna/o/ə bambina/o/ə.⠀
Tuttavia esiste un altro credo. C’è un gruppo di persone abili, a mio parere il più irritante, che cerca di essere inclusivo e queste domande le fa, solo per poi arrivare alla domanda che ho fatto all'inizio: “lì sotto tutto bene?” senza alcun tipo di tatto. In questo caso l’idea è quella di pensare che ci si può rivolgere alla persona con disabilità in ogni modo, intaccare la sua sfera privata/intima solo per soddisfare una curiosità pruriginosa, spesso senza nessuna reale intenzione di capire davvero come l'invalidità possa condizionare la sfera sessuale e/o sentimentale. ⠀
-continua nei commenti-

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